Allenarsi al gusto: riempirsi o nutrirsi?

C’è molta differenza tra riempirsi e nutrirsi: nel primo caso contano solo le quantità, mentre nel secondo caso è fondamentale anche la qualità del cibo che mangiamo. Per imparare a scegliere un’alimentazione di qualità è importante allenarsi al GUSTO.

La dieta viene spesso concepita come qualcosa di negativo, di vincolante, di restrittivo. Dire “sono a dieta” equivale quasi a dire “sono in prigione, vado al patibolo”. Dieta invece dovrebbe essere sinonimo di “stile di vita”, abitudini e comportamenti alimentari sani, durevoli, efficaci, positivi. Dieta significa “volersi bene”.

La prima cosa da fare per avviare un nuovo approccio verso l’alimentazione è l’ascolto di sé stessi, della pancia, delle sensazioni legate al corpo, alle emozioni, ai sensi che si attivano in relazione al cibo che mangiamo.

Quando il nostro corpo non ci piace, non siamo in forma o non ci sentiamo bene, la prima cosa da fare è ricominciare a prendersi cura di sé, attraverso piccoli passi di cambiamento, che portano ad un graduale miglioramento. L’obiettivo non dovrebbe essere solo la perdita di peso, in senso strettamente estetico, anzi quella dovrebbe essere la conseguenza del raggiungimento di un altro obiettivo più grande: il cambiamento delle proprie abitudini.

Questo approccio non riguarda solo le persone che sono in lotta con la bilancia, ma anche le persone normopeso o che praticano sport. Molte volte sono proprio queste ultime a pensare che “siccome sono magro, allora posso permettermelo”. Quando viene fatto questo ragionamento si rischia maggiormente di mettere a repentaglio il proprio benessere o la prestazione fisica. Non occorre avere qualche rotolino di troppo, il colesterolo alto o altri piccoli problemi, per prendersi cura di sé e volersi bene. Anzi, proprio perché devo mangiare tanto per soddisfare i miei elevati fabbisogni, allora dovrò mangiare ancora meglio. Se il metabolismo è molto attivo, le cellule sono sottoposte ad un rapido turn-over, hanno bisogno di tante sostanze nutritive e protettive, e dunque è ancora più importante mangiare bene.

La parola chiave diventa quindi GUSTO. La dieta non dev’essere una fase della propria vita in cui si rinuncia provvisoriamente al piacere del cibo e alle cose “buone”, anzi, al contrario, si impara a scegliere alimenti che non solo siano buoni, ma che facciano bene. D’altronde quando un cibo ci fa bene, diventa veramente buono. Basta allenarsi al gusto e abituarsi a riconoscere alcuni segnali del nostro corpo.

Quando entriamo in contatto con un cibo nuovo, mai assaggiato, il nostro cervello non dice “piace-non piace” ma ci avverte “che strano!”. Nel frattempo il corpo assimila questo cibo, ne riceve i benefici oppure sente ne avverte gli effetti negativi, e quindi solo in seguito, dopo ripetuti assaggi, rinvia al cervello la sensazione di “piace-non piace”. In questo modo, attraverso i nostri sensi possiamo imparare a gestire questo cibo, ricercandolo o rifiutandolo a seconda dei suoi effetti sul nostro corpo. Tanti cibi che abbiamo assaggiato da bambini, quando non sapevano riconoscere certe sfumature di gusto, possono essere stati collegati alla sensazione del “non piace” non perché realmente siano stati cibi cattivi, ma semplicemente perché non avevamo gli strumenti per valorizzarne le qualità o non abbiamo più voluto ripetere l’assaggio. In molti casi ci è rimasto un terribile ricordo di cibi assunti all’asilo o a scuola, di cibi che ci sono stati imposti controvoglia o di cibi cucinati occasionalmente male, che però tuttora non riusciamo più ad assaggiare. In realtà ciascun cibo, ciascuna volta, può presentarsi in modo diverso, avere un gusto nuovo, un abbinamento insolito, una ricetta originale, un accostamento ricercato. Ciascun cibo ha delle proprietà peculiari, che ne determinano consistenza, colore e gusto, e che una volta assimilati forniscono qualche specifico nutriente.

Molti cibi si presentano buoni sul palato, perché sono molto ricchi di zuccheri semplici, sale o grassi, talmente raffinati da avere un sapore che esplode in bocca, dandoci un’immediata percezione gustativa. Tuttavia c’è molta differenza tra il cibo “buono” in bocca e il cibo “buono” per il corpo. Il cibo che è “buono” e che “fa bene” offre benefici non soltanto nell’istante in cui lo mangiamo, ma ci dà ottime sensazioni anche a lungo termine: fornisce energia facendoci sentire leggeri, dà un senso di sazietà a lungo termine, favorisce il buon umore, la concentrazione, la buona digestione.

Allenarsi al gusto è fondamentale per imparare a comprendere di che cosa il nostro corpo abbia davvero bisogno e per apprezzarlo come un piacere.  In cucina è bello sperimentare, essere curiosi, mettersi alla prova. Solo così il nostro gusto cresce, evolve, si affina e diventa esperto con il tempo.

Grazie al gusto, la dieta diventa “stile di vita”, cioè una scelta alimentare basata sulla CONSAPEVOLEZZA. Orientarsi verso il cibo che “fa bene” non è più una rinuncia, un’imposizione, un sacrificio che facciamo finché non raggiungiamo un obiettivo, ma diventa una decisione consapevole, un desiderio, una ricerca spontanea.

Ciascuno di noi attraverso l’alimentazione può decidere se riempirsi o nutrirsi, se controllare rigidamente le quantità di un cibo che immediatamente “riempie”, ma che in fondo “non sazia”, o se concentrarsi sulla qualità di quel cibo per apprezzare il suo gusto pieno e naturale, che “nutre” e “dà energia”. Occorre imparare a scegliere il cibo sano, abbinarlo in modo equilibrato e naturalmente adatto alle nostre esigenze. Per questo è bene non delegare ad altri (industria alimentare, cibi confezionati, fast food, cibo pronto) la scelta del cibo per noi. Informiamoci, scegliamo consapevolmente e desideriamo di volerci bene.

 

In collaborazione con StaySporty e Meraky

https://beyoulab-to.com/