Alimentazione nel canottaggio: intervista a Vittorio Serralunga

Il canottaggio è uno sport che richiede grande impegno e fatica. Vittorio Serralunga ci parlerà di come l’alimentazione nel canottaggio sia stata per lui uno strumento prezioso per migliorare la performance e ottenere grandi risultati.

Vicecampione italiano e titolare dell’Ammiraglia Azzurra nel canottaggio ai Campionati del Mondo U23, Vittorio Serralunga ha dimostrato di avere la stoffa di un atleta di altissimo livello. Tra i numerosi elementi strategici della preparazione atletica di Vittorio, in occasione dei suoi più grandi traguardi agonistici, c’è stata anche l’alimentazione. Infatti, nella stagione 2016/17  per salire sul podio ha dovuto rimboccarsi le maniche, mettersi in gioco e iniziare un graduale percorso di allenamento e dieta specifica che lo ha portato non solo a perdere 15 kg, ma anche ad essere fisicamente in grande forma.

Vittorio ci svela che le abitudini alimentari fondamentali per essere al top della forma sono state “cercare sempre di gestire l’alimentazione e l’idratazione in base alla stagione e alla tipologia di allenamento”. In effetti l’alimentazione di un atleta dev’essere mirata e personalizzata non soltanto in relazione alle caratteristiche individuali, fisiche e metaboliche, ma soprattutto in base alla programmazione dell’allenamento. Durante la stagione agonistica si alternano periodi di carico, in cui si devono costruire, sviluppare e migliorare qualità fisiche e tecniche, e periodi di competizione, in cui si deve finalizzare la preparazione atletica al raggiungimento della migliore performance possibile.

Per arrivare al suo obiettivo, Vittorio ha seguito un percorso alimentare specifico e mirato alle sue esigenze, che gli ha permesso di “mantenere un forma fisica sempre giusta ma avendo energie sufficienti per mantenere alta la performance“. Perdere peso (15 kg!), mantenendo al contempo un ottimo livello di energia, non è così semplice. Gli atleti hanno bisogno di consumare un sufficiente livello di energia per mantenere un peso e una composizione corporea adeguati, per mantenere un ottimo stato di salute e una corretta funzione endocrina e per avere il giusto sostegno energetico nelle fasi di allenamento. Con un apporto energetico limitato o sbilanciato, sia la massa grassa che quella magra sarebbero state coinvolte nella produzione di energia, con conseguente perdita di forza e resistenza, compromissione del sistema immunitario, endocrino e muscolo-scheletrico,aumento del rischio di affaticamento, aumento del rischio di lesioni e malattia e processo di recupero prolungato. Inoltre, se il basso intake energetico fosse stato cronico avrebbe potuto determinare parallelamente un deficit di nutrienti, in particolare di micronutrienti, e quindi causare le disfunzioni metaboliche correlate alle carenze nutrizionali, come alterazioni nelle capacità di recupero.

Essere più “leggeri” in barca è un grande vantaggio per i canottieri. Tuttavia i maggiori benefici che Vittorio ha percepito in seguito all’introduzione di una alimentazione specifica sono stati “non tanto sulla performance di picco, ma sui lunghi allenamenti, e soprattutto in occasione dei giorni in cui erano previsti più sedute di allenamento al giorno ho avvertito una maggior tenuta fisica e di concentrazione“. Una corretta alimentazione per l’atleta non dev’essere finalizzata esclusivamente al momento della competizione, ma specialmente per sostenere i singoli allenamenti. Le grandi prestazioni si ottengono dopo tanti, singoli, determinanti, ripetuti e mirati allenamenti giornalieri.

Seguire un’alimentazione specifica, integrata nel programma di allenamento, ha richiesto senza dubbio un certo impegno a Vittorio, ma la sua grande motivazione e la determinazione hanno reso molto semplice questo cambiamento. Inoltre, un buon percorso di educazione alimentare prevede di effettuare piccole e graduali modifiche delle abitudini individuali, che permettano di raggiungere i propri obiettivi nutrizionali, senza sconvolgere radicalmente la routine, i gusti e le inclinazioni personali.

Le piccole difficoltà che Vittorio ha incontrato sono state: “da un lato la golosità e dall’altro la difficoltà di gestire spesso i pasti fuori casa, per esempio in occasione dei raduni o in alberghi poco attrezzati durante le trasferte“. Molto spesso capita che la golosità ci spinga verso scelte alimentari poco corrette, che dovrebbero essere limitate e occasionali. Alimentazione “sana” non significa essere categorici e rigidi verso la scelta dei cibi, ma saper fare le giuste scelte, concedendosi di tanto in tanto qualche sfizio, con moderazione e ragionevolezza. La gestione della dieta fuori casa, invece, è spesso difficile, specialmente in ambienti lontani dalle dinamiche sportive. Il percorso di educazione alimentare nella quotidianità, con il tempo, ha permesso a Vittorio di sviluppare e consolidare una consapevolezza e conoscenza di sé e della propria alimentazione tali da permettergli di gestirsi al meglio anche in trasferta.

Grazie alla sua esperienza da atleta, ora che ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore, potrà essere non solo un esempio, ma anche un ottimo punto di riferimento per i suoi giovani allievi canottieri. Un ringraziamento speciale a Vittorio per questa intervista e un grande in bocca al lupo per tutti i suoi futuri successi!