Alcool e Sport

Alcool e sport sono due aspetti spesso presenti nella vita di un atleta, anche di alto livello. Ma nell’ambito dell’alimentazione sportiva può essere concepito il consumo di alcool per un atleta o dev’essere categoricamente abolito?

Il consumo di alcol può far parte di una dieta bilanciata, che prevede uno stile di vita fatto anche di convivialità e di interazioni sociali. Tuttavia l’eccessivo consumo di alcool è un comportamento preoccupante, sempre più frequente, anche in giovane età e osservato spesso anche negli atleti, in particolare negli sport di squadra.

L’abuso di alcol può interferire con gli obiettivi atletici per svariati motivi, che però si possono riassumere come:

  • effetti negativi legati all’assunzione acuta di alcol: peggiorano l’esecuzione e il recupero dall’esercizio fisico
  • effetti negativi legati all’assunzione cronica: compromettono lo stato di salute e la gestione della composizione corporea.

L’alcol può essere metabolizzato in modo più o meno efficiente, a seconda di peso, sesso, età, quantità di cibo nel pasto, abitudine a bere ed eventuali farmaci assunti.

Tuttavia, le calorie provenienti dall’alcol, oltre ad essere “vuote” cioè prive di valore nutrizionale, hanno per tutti lo stesso impatto:

  • un bicchiere di vino o superalcolico contiene circa 90 kcal
  • un bicchierino di amaro secco tipo grappa 60 kcal o zuccherato tipo limoncello 100 kcal
  • una lattina di birra 150 kcal
  • una caipirinha o un mojito, preparati con due cucchiai di zucchero 170 kcal
  • un Gin Tonic 120 kcal

Oltre al carico calorico di alcol (7 kcal / g) l’alcol sopprime l’ossidazione dei lipidi e altera il metabolismo energetico durante l’esercizio, altera la termoregolazione, la forza e le abilità motorie, oltre a peggiorare visibilmente la concentrazione e i riflessi, aumenta il consumo di cibo non pianificato e può compromettere il raggiungimento degli obiettivi di composizione corporea.

Sicuramente è preferibile evitare l’assunzione di quantità significative di alcol nel periodo di pre-allenamento, ma non solo, perché gli effetti dell’alcol sulla forza e sulle prestazioni possono persistere per molte ore anche dopo che i segni e i sintomi di ubriachezza o postumi di una sbornia non sono più presenti. Nella fase post-esercizio, in cui gli schemi culturali nello sport spesso promuovono l’uso di alcol, l’alcol può interferire con il recupero compromettendo il reintegro del glicogeno, rallentando i tassi di reidratazione attraverso il suo effetto soppressivo sull’ormone anti-diuretico e inibendo lo stimolo alla sintesi proteica muscolare per l’adattamento e il recupero. Oltre a questi effetti negativi, il binge drinking è anche associato ad un aumentato rischio di incidenti e comportamenti anti-sociali che possono essere dannosi per l’atleta.

Il consumo consapevole è senz’altro il migliore approccio, perché qualsiasi linea guida prevede consigli per tenere basso il rischio per la salute, ma “basso rischio” non significa “assenza di rischio“. In conclusione, gli atleti sono invitati a prendere in considerazione sia le linee guida sulla salute in generale che le buone regole sull’uso di alcol specifiche per l’atleta: sono incoraggiati a ridurre al minimo o evitare il consumo di alcool, tanto nel periodo pre-esercizio, quanto nel post-esercizio.